Il piccolo principato del Nord Europa festeggia il 25° anniversario dell’iscrizione della città vecchia di Lussemburgo tra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
Un intero anno per festeggiarne venticinque. È con un programma ricchissimo, che prenderà il via il 17 dicembre 2019 e si concluderà precisamente un anno dopo, che il Principato del Lussemburgo festeggerà il venticinquesimo anniversario dell’ingresso della sua capitale tra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
L’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa della tutela del patrimonio storico-culturale universale decise, il 17 dicembre 1994, di inserire il sito denominato Lussemburgo, i suoi vecchi quartieri e le fortificazioni nella lista dei beni protetti come bene dell’intero genere umano.
Un riconoscimento che ancora oggi è ambito da innumerevoli luoghi simbolici in tutto il mondo, e che offre una incredibile opportunità per valorizzare, proteggere e mettere in mostra quelle mete turistiche che sono la summa dell’offerta di una nazione ai suoi scopritori.
La docente di storia Simone Beck, Presidente della Commissione nazionale del Lussemburgo per la cooperazione con l’UNESCO, ha ricordato come questo anniversario sia utile per sottolineare la ricchezza e la diversità di questo patrimonio, che dobbiamo preservare e promuovere.
Proprio al fine di valorizzare le ricchezze culturali del Lussemburgo, e allo stesso tempo promuovere il messaggio fondativo dell’UNESCO (rispetto dei diritti umani, solidarietà intellettuale e morale, promozione dei patrimoni universali condivisi), il governo del principato ha elaborato un ricco programma di iniziative che dureranno per ben 365 giorni.
Si inizierà a dicembre 2019, con l’apertura di un nuovo centro visitatori nel cuore della capitale e più precisamente presso il Museo della città di Lëtzebuerg. Una mostra gratuita, dedicata ai criteri di selezione dei Patrimoni UNESCO, introdurrà il visitatore a una maggiore consapevolezza tematica sull’argomento.
I luoghi che un quarto di secolo fa entrarono a far parte del gotha mondiale saranno oggetto di visite guidate, approfondimenti ed eventi. Vale la pena capirne meglio la storia, per comprenderne l’importanza a livello mondiale.
Le fortificazioni di Lussemburgo Città furono costruite intorno al XVI secolo, insieme alla fortezza storica (demolita nel 1867). L’importanza strategica di questo territorio, un vero e proprio Stato cuscinetto tra Regno di Francia e Sacro Romano Impero (ovvero l’attuale Germania), fece sì che il Lussemburgo fosse conteso e ambito da tutte le grandi famiglie d’Europa: i Borboni, gli Asburgo, le dinastie francesi e quelle prussiane.
Le architetture difensive erano così importanti che per la sua realizzazione fu coinvolto persino Sébastien Le Prestre de Vauban, il massimo ingegnere militare della storia, Maresciallo di Francia le cui dodici fortificazioni francesi (da Arras a Briançon fino a Longwy) sono anch’esse Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2008.
Oggi è possibile visitare Le Casamatte, la Corniche (ovvero i bastioni dell’antica fortezza) e il Museo delle Tre Ghiande, attraverso il quale si comprende la nascita e l’evoluzione del sentimento nazionale lussemburghese dal dominio straniero fino all’indipendenza del 1839-1867.
La Gibilterra del Nord si è sviluppata proprio intorno a quelle strutture difensive, come avvenuto in larghissima parte d’Europa. Proprio da qui si parte alla scoperta della cittadina, attraverso tour tematici che possono essere percorsi in bicicletta o a piedi, all’insegna del rispetto dell’ambiente e dello slow tourism.
Passeggiando sulla Corniche si ammira lo sviluppo contemporaneo dello sviluppo lussemburghese, compresi gli edifici di Kirchberg che ospitano le istituzioni comunitarie. Dal Bock si può arrivare ai tunnel sotterranei delle fortezze, lunghi addirittura 17 chilometri. Passeggiando per i vicoli della città vecchia, infine, si ammira la ricchezza del territorio fatto di valli, colline, fiumi e rii attraversati da ponti moderni e antichi.
Non solo fortezze e castelli: l’UNESCO in Lussemburgo è anche The Family of Man, una mostra fotografica di Edward Steichen del 2003 che è entrata a far parte del Registro della memoria del mondo. Oggi ospitata dal Castello di Clervaux, per anni è stata esposta in tutto il mondo. Si tratta di un complesso di oltre 500 foto, curate da 273 artisti di 68 paesi diversi che promuove i valori della pace, dell’uguaglianza di genere e della solidarietà universale.
Se non fosse abbastanza, merita una visita anche il Centre national de l’audiovisuel, che custodisce il patrimonio multimediale del Lussemburgo con oltre quattrocentomila pezzi. Il centro non ha una sede dedicata ma due “distaccamenti” decisamente iconici: il già citato Castello di Clervaux e la torre d’acqua di Dudelange.
Chi apprezza le antiche tradizioni troverà infine particolarmente interessante la Processione danzante di Echternach, Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO sin dal 2010. Risalente all’XI secolo, si tiene ogni anno il martedì di Pentecoste e celebra la vita del missionario Willibrord, vissuto tra il VII e l’VIII secolo e al quale si deve la fondazione del locale santuario.
La Hopping, questo il nome locale, è una danza a ritmo di polka, che avverrebbe secondo le testimonianze storiche da ben prima del 1497 (anno della prima fonte ufficiale), e che ogni anno richiama religiosi, musicisti e pellegrini. Questi movimenti, così particolari, suscitano interesse e testimoniano il valore della spiritualità nell’uomo e la sua vicinanza a Dio. Un appuntamento sicuramente unico e uno dei patrimoni più concreti della cultura lussemburghese.
Per scoprire al meglio il Lussemburgo il modo migliore è quello di concedersi qualche giorno di viaggio. E ogni viaggio che si rispetti non può che cominciare con un volo Luxair, la compagnia aerea di bandiera, che collega Lussemburgo e Italia con voli diretti da Roma, Milano e Venezia.